Intervista
di Luca "Luke" Cirillo e Maurizio "ErMan"
Mansueti - Foto by Miss Ari (The Transistors)
Lei
proviene da una famiglia di grandi artisti: il suo bisnonno
recitò con Eleonora Duse, suo nonno fu “violino di spalla” di
Mascagni e suo padre un indimenticabile jazzista e direttore
d’orchestra. E’ stato quindi naturale il suo approccio verso
il mondo dello spettacolo
Martelli:
Io ho fatto la mia strada da solo,iniziando da bambino.
Mio
nonno mi ha insegnato le prime “scale”, ma poi ho studiato con
il professor Trebbi a Genova, per la direzione e gli arrangiamenti.
Non
ho studiato al Conservatorio perché a 18 anni dirigevo già la
filarmonica di Berlino!
Quali
furono le sue influenze musicali?
Martelli:
Sicuramente la musica classica è stata determinante perché mi
accorgevo che tutte le progressioni armoniche utilizzate nei
vari generi, nascevano da strutture classiche come quelle di
Ravel. Poi ho adorato il jazz, ma quello “vero”!
Pensa che a Berlino non si andava a dormire prima delle 6 del
mattino perché ci riunivamo nei jazz club ad ascoltare la grande
orchestra di Kurt Edelmann. A Berlino era normale assistere
a grandi esibizioni;
Io suonavo anche al club degli ufficiali americani e un giorno
Elvis Presley, all’epoca militare, venne a fare un concerto!!Oggi
basta fare delle piccole cose per esaltarsi, mentre all’epoca
quasi non ci facevamo caso!
Arriviamo
alla colonna sonora de “Il Dio Serpente”….
Martelli:
Sinceramente non è una delle mie composizioni migliori, anzi…
Ha avuto un successo incredibile in tutto il Mondo, ma è folcklore,
e proprio per questo, non avendo invaso il campo degli americani,
è stata apprezzata.
Anche l’Oscar dato a Nicola Piovani, testimonia un riconoscimento
ad un tipo di musicalità più “nostra”, anche se non sempre perfetta.
Invece un musicista come Ennio Morricone, difficilmente vincerà
un Oscar, perché Ennio è freddo. E’ un grandissimo tecnico però
lo definirei un “ragioniere della musica”!!
Non ha mai fatto un tema “strappacore”, e anche nelle sue musiche
più belle, ti accorgi che è andato a studiare a tavolino tutte
le note.
Pensate invece alla semplicità di “More” di Riz Ortolani (tratto
da “Mondo Cane” ndr.) o allo stile “pubblicitario” di “Manah
Manah” di Umiliani….questi sì che sono brani spontanei!“Manah
Manah” ha lo stesso spirito giocoso e immediato della mia “Casa
Vianello”.
Anche “Djamballà”, il tema conduttore de “Il Dio Serpente” è
stato realizzato di getto.
Cosa
ci può dire del regista Piero Vivarelli (regista de “Il Dio
Serpente” n.d.r.)?
Martelli:
Piero è una bravissima
persona, purtroppo oggi ha diversi problemi di salute e non
riesce a realizzare un film a cui tiene molto. Spero si rimetta
presto.
Pensa che le musiche del film le registrammo in una Chiesa sconsacrata
a Milano, dove avevo registrato alcuni dischi per Mina.
Utilizzammo un banco che avevamo comprato dai Beatles! Era un
tre piste!!
Nello stesso anno ho anche diretto i classici di Sinatra con
l’orchestra della Scala.
Quale
fu l’ispirazione per la soundtrack?
Martelli:
Beh, principalmente il sedere di Nadia Cassini!!!(ride)
Comunque dopo “Il Dio Serpente”, non mi sono ripetuto e ho cambiato
radicalmente il mio stile…ci hanno pensato gli autori di “Soleado”
(“Daniel Santacruz Ensemble” ndr.) a copiarmi in tutto!!!!
Un
giudizio sui film “esotici”?
Martelli:
Erano un po’ tutti uguali! Tutti “grandi fratelli”!
Abitualmente
non risparmiamo nessuno da una domanda su strumentazioni “bizzarre”!
Martelli:
Beh, a parte l’amore per il minimoog o l’Hammond C3, posso dirvi
che ho una tastiera con il corpo in cartone!! Ha i tasti neri
dove abitualmente ci sono i bianchi e il contrario!
Lo spessore dei tasti è minuscolo ed emette suoni allucinanti!
Lei
ha lavorato anche come “showman” per un programma musicale che
oggi considerano di culto, ovvero “Popcorn”.
Come approdò in questo ruolo?
Martelli:
Fu un caso…lavoravo come direttore d’orchestra per lo spettacolo
“Una valigia tutta blu” in Rai e alla prima puntata, Walter
Chiari che avrebbe dovuto presentare, non arrivò in tempo e
mi “buttarono” davanti alle telecamere!! Si vede che andò bene
visto che ricevetti subito la proposta di andare a presentare
“Popcorn” che fu un precursore di tutti i programmi musicali,
con la differenza che si suonava “live”, c’erano grandissimi
ospiti e io non avevo un copione!!
Per
la “Five Record” ha realizzato una infinità di jingle e sigle
per show.
Noi adoriamo “Casa Vianello”! A quale è rimasto più affezionato?
Martelli:
Beh, “Casa Vianello” credo che sia una delle musiche più belle,
però c’è anche “Round D minor”, sigla di “Grand Prix”, dove
si sente la mia passione per il jazz! Poi tutti gli show per
Dorelli e Bongiorno, avevano delle gran belle sigle. Ci mettevo
tanta passione e professionalità, non le consideravo cose di
poco conto.
Negli
anni ’90, etichette come Cinevox e Right Tempo hanno fatto riscoprire
la sua musica ad un pubblico “nuovo”. Il suo parare sulla musica
oggi.
Martelli:
Sì certo, le ristampe sono operazioni importanti, ma il punto
è che gli artisti oggi non hanno una base culturale musicale.
Comunque, una novità nuova nuova c’è: “Djamballà” verrà ripubblicata
da Cinevox in una versione suonata da mio figlio Gabriele. Poi
ve la facciamo sentire!
A
proposito di basi culturali, concludiamo parlando della sua
idea di creare una nuova grande orchestra.
Martelli:
Sarà una grande impresa, sto cercando di realizzare un capannone
gigantesco, con un auditorium di 1000 posti e tutti gli allievi
che verranno a fare perfezionamento dopo il conservatorio, suoneranno
nell’orchestra ma potranno anche studiare.Musicalmente sarà
una “polivalente” come una puntura….(ride), anzi una
grande “Orchextra”!!