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INTERVISTA AD AUGUSTO MARTELLI (Autore Musiche)

 

Estratto dell'articolo "Incontro con Augusto Martelli" pubblicato su "Il Giaguaro" numero 7 (Autunno 2001) per gentile concessione di Alessandro Casella Editore e degli autori.

Intervista di Luca "Luke" Cirillo e Maurizio "ErMan" Mansueti - Foto by Miss Ari (The Transistors)

Lei proviene da una famiglia di grandi artisti: il suo bisnonno recitò con Eleonora Duse, suo nonno fu “violino di spalla” di Mascagni e suo padre un indimenticabile jazzista e direttore d’orchestra. E’ stato quindi naturale il suo approccio verso il mondo dello spettacolo
 
Martelli: Io ho fatto la mia strada da solo,iniziando da bambino.
Mio nonno mi ha insegnato le prime “scale”, ma poi ho studiato con il professor Trebbi a Genova, per la direzione e gli arrangiamenti.
Non ho studiato al Conservatorio perché a 18 anni dirigevo già la filarmonica di Berlino!
 
 Quali furono le sue influenze musicali?

Martelli: Sicuramente la musica classica è stata determinante perché mi accorgevo che tutte le progressioni armoniche utilizzate nei vari generi, nascevano da strutture classiche come quelle di Ravel. Poi ho adorato il jazz, ma quello “vero”!
Pensa che a Berlino non si andava a dormire prima delle 6 del mattino perché ci riunivamo nei jazz club ad ascoltare la grande orchestra di Kurt Edelmann. A Berlino era normale assistere a grandi esibizioni;
Io suonavo anche al club degli ufficiali americani e un giorno Elvis Presley, all’epoca militare, venne a fare un concerto!!Oggi basta fare delle piccole cose per esaltarsi, mentre all’epoca quasi non ci facevamo caso!

Arriviamo alla colonna sonora de “Il Dio Serpente”….

Martelli: Sinceramente non è una delle mie composizioni migliori, anzi…
Ha avuto un successo incredibile in tutto il Mondo, ma è folcklore, e proprio per questo, non avendo invaso il campo degli americani, è stata apprezzata.
Anche l’Oscar dato a Nicola Piovani, testimonia un riconoscimento ad un tipo di musicalità più “nostra”, anche se non sempre perfetta.
Invece un musicista come Ennio Morricone, difficilmente vincerà un Oscar, perché Ennio è freddo. E’ un grandissimo tecnico però lo definirei un “ragioniere della musica”!!
Non ha mai fatto un tema “strappacore”, e anche nelle sue musiche più belle, ti accorgi che è andato a studiare a tavolino tutte le note.
Pensate invece alla semplicità di “More” di Riz Ortolani (tratto da “Mondo Cane” ndr.) o allo stile “pubblicitario” di “Manah Manah” di Umiliani….questi sì che sono brani spontanei!“Manah Manah” ha lo stesso spirito giocoso e immediato della mia “Casa Vianello”.
Anche “Djamballà”, il tema conduttore de “Il Dio Serpente” è stato realizzato di getto.

Cosa ci può dire del regista Piero Vivarelli (regista de “Il Dio Serpente” n.d.r.)?

Martelli: Piero è una bravissima persona, purtroppo oggi ha diversi problemi di salute e non riesce a realizzare un film a cui tiene molto. Spero si rimetta presto.
Pensa che le musiche del film le registrammo in una Chiesa sconsacrata a Milano, dove avevo registrato alcuni dischi per Mina.
Utilizzammo un banco che avevamo comprato dai Beatles! Era un tre piste!!
Nello stesso anno ho anche diretto i classici di Sinatra con l’orchestra della Scala.

Quale fu l’ispirazione per la soundtrack?

Martelli: Beh, principalmente il sedere di Nadia Cassini!!!(ride)
Comunque dopo “Il Dio Serpente”, non mi sono ripetuto e ho cambiato radicalmente il mio stile…ci hanno pensato gli autori di “Soleado” (“Daniel Santacruz Ensemble” ndr.) a copiarmi in tutto!!!!

Un giudizio sui film “esotici”?

Martelli: Erano un po’ tutti uguali! Tutti “grandi fratelli”!

Abitualmente non risparmiamo nessuno da una domanda su strumentazioni “bizzarre”!

Martelli: Beh, a parte l’amore per il minimoog o l’Hammond C3, posso dirvi che ho una tastiera con il corpo in cartone!! Ha i tasti neri dove abitualmente ci sono i bianchi e il contrario!
Lo spessore dei tasti è minuscolo ed emette suoni allucinanti!

Lei ha lavorato anche come “showman” per un programma musicale che oggi considerano di culto, ovvero “Popcorn”.
Come approdò in questo ruolo?

Martelli: Fu un caso…lavoravo come direttore d’orchestra per lo spettacolo “Una valigia tutta blu” in Rai e alla prima puntata, Walter Chiari che avrebbe dovuto presentare, non arrivò in tempo e mi “buttarono” davanti alle telecamere!! Si vede che andò bene visto che ricevetti subito la proposta di andare a presentare “Popcorn” che fu un precursore di tutti i programmi musicali, con la differenza che si suonava “live”, c’erano grandissimi ospiti e io non avevo un copione!!

Per la “Five Record” ha realizzato una infinità di jingle e sigle per show.
Noi adoriamo “Casa Vianello”! A quale è rimasto più affezionato?

Martelli: Beh, “Casa Vianello” credo che sia una delle musiche più belle, però c’è anche “Round D minor”, sigla di “Grand Prix”, dove si sente la mia passione per il jazz! Poi tutti gli show per Dorelli e Bongiorno, avevano delle gran belle sigle. Ci mettevo tanta passione e professionalità, non le consideravo cose di poco conto.

Negli anni ’90, etichette come Cinevox e Right Tempo hanno fatto riscoprire la sua musica ad un pubblico “nuovo”. Il suo parare sulla musica oggi.

Martelli: Sì certo, le ristampe sono operazioni importanti, ma il punto è che gli artisti oggi non hanno una base culturale musicale. Comunque, una novità nuova nuova c’è: “Djamballà” verrà ripubblicata da Cinevox in una versione suonata da mio figlio Gabriele. Poi ve la facciamo sentire!

A proposito di basi culturali, concludiamo parlando della sua idea di creare una nuova grande orchestra.

Martelli: Sarà una grande impresa, sto cercando di realizzare un capannone gigantesco, con un auditorium di 1000 posti e tutti gli allievi che verranno a fare perfezionamento dopo il conservatorio, suoneranno nell’orchestra ma potranno anche studiare.Musicalmente sarà una “polivalente” come una puntura….(ride), anzi una  grande “Orchextra”!!

 

 

Si ringrazia la redazione de "Il Giaguaro" per la gentile concessione.

 

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